
Ghiaccio
Sabato ore 16 - 22 e domenica ore 15 - 20 | Castello di Sarzano
Mostra personale di Corrado Tamburini.
Ingresso gratuito.
GHIACCIO
Sono nato in pieno inverno.
Il due di febbraio, quando la neve era abbondante e durava fino a primavera.
L’ho sempre amata.
Il primo giugno dello scorso anno, durante un’escursione di sci alpinistico, mi sono calato in una
voragine scavata dall’acqua nella neve ghiacciata, per cercare di salvare il mio cane.
Ci hanno salvati entrambi.
Il tempo trascorso nella profonda cavità, tra l’acqua gelida e l’alta parete di neve ghiacciata, mi ha
portato in uno stato di ipotermia. Ho sentito le forze abbandonarmi ed un invitante desiderio di chiudere
gli occhi e riposare. Il passo verso la morte per congelamento sarebbe stato breve. Il desiderio di
abbandonarmi era forte. Avrei potuto morire così, circondato dal ghiaccio e dalla neve che ho sempre
amato. Non sarebbe stato per causa loro ma per la mia stupidità.
Essi non hanno colpe.
Sono candidi e silenziosi.
Esistono.
Sono meravigliosi e non lo sanno.
Forme suggestive e cangianti.
Innocenti e sublimi.
Esistono soltanto.
Fino a quando sarà loro consentito.
L’ottusità della specie umana, con la catastrofe climatica in atto e l’innalzamento delle temperature,
non lascerà loro una lunga sopravvivenza.
Sparisce l’inverno, non cade più la neve, gli incendi bruciano il pianeta dall’equatore fino alle porte dei
poli. Crollano i ghiacciai, si frantuma la calotta polare. Tutto si scioglie. Scorre a rivoli, a fiumi, si
riversa nei mari che si gonfiano a dismisura.
Il ghiaccio è in agonia.
E noi non ascoltiamo.
Siamo ciechi.
Pensiamo ad altro.
Il ghiaccio muore e noi ridiamo.
Quando saremo noi a bruciare non rideremo più, come tutti i milioni di animali che già sono morti o
stanno scomparendo a causa nostra.
Se mi fossi abbandonato al ghiaccio mi sarei risparmiato un futuro che non vorrei mai vedere.
Corrado Tamburini