
#20. Le querce
Quando Emanuele Poki è venuto a Casina, lo scorso settembre, per decorare i muri del chiosco aveva l’idea di dipingere delle conifere. Eravamo in una pineta, in effetti. Ma gli abbiamo spiegato tutta la storia del Parco. Vale a dire, in sintesi, che pineta è stata per l’azione dell’uomo che ha piantumato negli anni migliaia di conifere ma che ora, complice il clima, i pini stanno lasciando spazio a migliaia di piante autoctone nate spontaneamente. Per cui se vogliamo pensare al futuro del Parco era meglio pensare a questi alberi. Del resto è bastato poco a Emanuele per accorgersi di quello che stava succedendo ed è stata immediata la scelta della pianta che più caratterizza, spontaneamente, la nostra collina e, in particolare, la Pineta. Non poteva che essere la “quercia”. Ora non restava che declinare il genere Quercus nelle varie specie che si trovano dalle nostre parti. E qui è iniziato il lavoro difficile.
Abbiamo messo Emanuele in contatto con il nostro amico Davide Mattioli che l’ha sommerso di informazioni e libri sulle querce. Tema non semplice. Perché se è vero che dalle nostre parti abbiamo soprattutto roverelle (Quercus pubescens) e cerri (Quercus cerris), abbiamo però anche farnie (Quercus robur) e rovere (Quercus petraea), solo per citare le specie principali. Si dice che al mondo ci siano quasi 600 specie di querce di cui 27 presenti in Europa. Distinguerle fra di loro non è per nulla semplice, perché spesso si ibridano creando situazioni del tutto originali.
Alla fine forse uno dei messaggi del muro dipinto da Emanuele forse è proprio questo, e si sviluppa in continuità con la parete sud dipinta anni fa dal Collettivo FX, Albero senza specie: con l’ibridazione le varie specie di querce si mescolano creando un unico ecosistema di boschi di querce forti e resistenti, apparentemente tutte uguali, ma in realtà tutte splendidamente diverse le une dalle altre.