
#1. Le conifere
Ci chiedono spesso perché in questi ultimi anni, caratterizzati da tante piantumazioni nel parco, le conifere messe a dimora si contino sulle dita di, forse, due mani. E molti si rammaricano quando, parlando del futuro del parco, si afferma, senza ombra di dubbio, che la Pineta, in futuro sarà sempre meno Pineta e sempre più, semplicemente, Bosco.
Com’è nato e come si è sviluppato il parco per tanti decenni sarà oggetto di specifica storia.
Qui, invece, vogliamo raccontare come, complice il cambiamento climatico, ormai la Pineta sia diventata un ambiente non adeguato alle conifere.
La nostra esperienza più recente ci racconta di una dozzina di piccoli pini silvestri piantumati 6 anni fa. Hanno avuto una cura attenta con abbondanti annaffiature, almeno nei primi 2/3 anni di vita. Ma, alla fin fine, non sono mai cresciuti, restando alberelli di 50 cm di altezza. Alcuni sono stati persi negli anni altri sono seccati nella torrida estate del 2021. Ormai ne restano, in discrete condizioni, forse un paio
Maggiore fortuna hanno avuto i 4 begli esemplari di abete bianco, già alti un metro e mezzo al momento della messa a dimora. Due stanno bene. Altri due sono più sofferenti. Ma non crescono certo alla velocità che dovrebbero.
Come ci raccontava qualcuno per capire quanto il clima e il terreno non sia adatto, ora, alle conifere basta osservare le zone del Parco dove la pulizia del sottobosco è stata meno invasiva. Qui sono nate spontaneamente soprattutto querce, aceri, carpini, ornielli e tante altre specie autoctone, ma si trovano, in tutto il bosco, non più di qualche decina di piantine di abete bianco, molti meno abeti rossi e cedri, e solo qualche esemplare di pino nero. Tutto ciò malgrado ancor oggi la popolazione di piante adulte sia rappresentata per la stragrande maggioranza di conifere, soprattutto, pini neri. Nemmeno le migliaia, forse centinaia di migliaia, di semi rilasciati ogni anno da questi alberi trovano terreno fertile nella loro Pineta.